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giovedì 26 aprile 2012

Il momento della nascita è una storia a due


Un parto fisiologico non si esaurisce con la semplice espulsione del neonato, ma continua per almeno l’ora successiva alla nascita. E' necessario dunque continuare a rispettare tutte quelle condizioni che, favorendo lo stato di trance, di sonno, di noi madri, aiutino i processi fisiologici indispensabili per preservare quel delicato e complicatissimo meccanismo che è l'interazione madre-bambino.

Subito dopo la nascita si instaura tra madre e bambino un'intensa interazione che è possibile grazie all’eccezionale produzione ormonale che si verifica in quel momento.

In noi donne, subito dopo che abbiamo partorito, si avvia la produzione di vari ormoni quali l’ossitocina, la prolattina, l’adrenalina e le endorfine. L’ossitocina è l’ormone dell’amore e la prolattina quello della maternità, che induce un comportamento materno. Poi ci sono le endorfine, che sono gli ormoni della gioia e l’adrenalina che dà molta energia. La vasopressina, secreta dall’ipofisi, induce un comportamento protettivo ed anche aggressivo, oltre che regolare i processi dei liquidi. La noradrenalina, secreta dal feto, fa sì che quando egli nasce spalanca gli occhi. Noi madri siamo rapite da quello sguardo e l’incontro degli sguardi è una fase importante per l’attaccamento.

Come viene  spesso disturbato  questo processo? Con l'interventismo, con la medicalizzazione del parto e con l'utilizzo di troppe conoscenze codificate. Per esempio, non c’è una necessità fisiologica di tagliare subito il cordone ombelicale, ma questo avviene quasi sempre.  Il taglio del cordone distrae la madre dall’incontro visivo, tattile e olfattivo con il figlio, che fa aumentare in modo fisiologico l’ossitocina per la promozione dell’attaccamento e l’uscita della placenta.

Il momento della nascita è una storia a due. Rispettare i protagonisti di questa storia significa disturbarli il meno possibile in quello che è un processo fisiologico guidato dalla memoria istintiva della nostra specie, guidato dalle risorse arcaiche presenti in ognuna di noi.


martedì 24 aprile 2012

Libere di partorire


Illustrazione di Giada Florindi

Il mio percorso verso una maggior consapevolezza circa gravidanza fisiologica e parto naturale è iniziato attraverso la lettura del libro di Michel Odent,  Abbracciamolo subito! . Michel Odent, chirurgo, è uno degli iniziatori del movimento per la nascita senza violenza e del parto in acqua, a partire dalla sua lunga esperienza di primario dell'ospedale di Pitheviers in Francia.

Siamo mammifere. Per partorire abbiamo bisogno di intimità, di un luogo appartato, lontano da luci forti, lontano dal branco. Tutti i mammiferi quando devono partorire si allontanano dal branco: se una femmina di qualsiasi specie mammifera non si isola dai suoi simili, non partorisce nella penombra, dove non può essere disturbata, il parto rischia di essere più lungo e pericoloso. 


Illustrazione di Marina Durante


Anche noi donne abbiamo bisogno di intimità per partorire. Il parto è un processo involontario: tutto ciò che possiamo fare è disturbare questo processo il meno possibile. Se saremo libere di abbandonarci all'energia che si sprigiona, avremo un travaglio breve, intenso ed efficace. Quando una donna può partorire liberamente il suo stato di coscienza cambia: Odent spiega che questo avviene in quanto la struttura arcaica del cervello, l'ipotalamo, secerne gli ormoni necessari   per produrre contrazioni uterine efficaci, ma l'attività di questa parte del cervello può essere facilmente bloccata. Tutto quello che inibisce il parto viene da un'altra parte del cervello, la neocorteccia, che presiede alle capacità scientifiche e razionali. La secrezione degli ormoni necessari allo svolgimento del parto si accompagna dunque ad una riduzione di attività corticale: ecco perché ad un certo punto del parto fisiologico la donna altera il suo stato di coscienza e "dà l'impressione di partire per un altro pianeta". 

Non dobbiamo imparare a partorire! Dobbiamo semplicemente essere lasciate libere di partorire, attingendo alla nostra 'memoria di specie', consentendo al nostro corpo di fare ciò che sa perfettamente fare.


martedì 17 aprile 2012

Il parto: un processo involontario


Vedere il parto come un processo involontario che mette in gioco le strutture primitive del cervello, quelle particolarmente sviluppate nei mammiferi, è in contrasto con il luogo comune secondo il quale la donna impara a partorire. Questa interpretazione permette inoltre di capire che non si può aiutare attivamente una donna a partorire. Non si può aiutare un processo involontario. Si può solo cercare di disturbarlo il meno possibile.

Michel Odent, Abbracciamolo subito, Red Edizioni, Milano, 2006:9

mercoledì 11 aprile 2012

The natural birth whisper

Questo blog nasce dalla voglia di condividere il mio percorso attraverso la gravidanza, il parto e la nostra nuova vita. Emma è nata con un meraviglioso parto naturale in casa.
Il passaggio è avvenuto: il rito del parto lascia su di te un marchio indelebile, un respiro ancestrale ti è passato dentro e tu ancora puoi sentirlo. L'energia che si sprigiona non si esaurisce dopo il parto, ma ti alimenta per lungo tempo nell'avventura della nuova vita. 

Questo blog è un frammento della tribù di  mamme blogger che condividono la propria esperienza e si sostengono nel grande villaggio della rete. 


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