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sabato 11 maggio 2013

La medicalizzazione della gravidanza


La medicalizzazione è una trasformazione culturale profonda che colpisce tutti gli ambiti della nostra esistenza.

Dalla sessualità all'alimentazione, dalle aspirine ai vestiti, dalla guida automobilistica alla pratica del surf, sembra che in certe circostanze o nell'interazione con alcune sostanze o attività, praticamente ogni cosa possa condurre a un problema medico. In breve, ho finito per convincermi che vivere è pericoloso per la salute. Questa osservazione non è così buffa come potrebbe sembrare, poiché qualsiasi aspetto della nostra vita quotidiana contiene degli elementi di rischio per la salute. (Zola 1972:498)

La capacità medica di impossessarsi dell'esistenza corporea si manifesta particolarmente nel trattamento della gravidanza. La nascita, le cure prenatali, postnatali e pediatriche, l'infertilità, il concepimento e l'attività sessuale sono passate sotto la supervisione medica.

I fenomeni fisiologici e di naturale trasformazione del corpo come pubertà, maturità e invecchiamento, sono oggetto di una patologizzazione e di un trattamento medico ineguale in base ai sessi. Anche gli uomini infatti vivono fasi di cambiamento, ma sono esposti al rischio di medicalizzazione molto meno delle donne. La medicina esercita sempre di più il ruolo d'istanza di controllo sociale, poiché quest'ultimo viene esercitato maggiormente sugli individui appartenenti ai gruppi sociali dominanti piuttosto che ai gruppi dominati. 

Fonte
Marilène Vuille, Demedicalizzare la nascita? Considerazioni storico-sociali su un'espressione polisemica, in Annuario di Antropologia n.12, Nascita, a cura di Irene Maffi, 2012, Ledizioni, Milano




mercoledì 8 maggio 2013

Associazione Bambi a Reggio Emilia


Perché partorire a casa oggi?
Sono tantissimi i motivi per scegliere un parto a domicilio, credo che ogni coppia abbia i suoi. 
Come ostetrica credo che sia la migliore tutela dell'evento fisiologico del parto, non solo come evento fisico, ma anche emotivo e di crescita per la donna e per la coppia. 
Credo anche che la propria casa sia uno dei luoghi più sicuri dove partorire, basta guardare i risultati dei Paesi, come l'Olanda, in cui la maggior parte dei bambini nasce a casa! 
                                                                                                                   Ostetrica Cristina Soncini


Associazione Bambi
Palestra "Vivarte"
via D. da Torricella N. 44
Reggio Emilia
Cristina Soncini, 3333092446
info@associazionebambi.it

venerdì 3 maggio 2013

un mese

un mese di malesseri, raffeddori, otiti, catarri, scelte difficili

un mese di nebbia spessa da dissipare



un mese per capire che la verità non è negli estremi, ma sta nel mezzo




un mese faticoso, quando avere cura di un bambino che soffre ed è debole indebolisce anche te, ti snerva

un mese per capire che stai bene solo quando vivi in mezzo alle persone




un mese per ricaricarti le pile passando Tempo con le persone care


un mese per stare bene

un mese per stare meglio



Fotografie di Margherita A.


venerdì 19 aprile 2013

Un anno


E' passato un anno da quando ho iniziato a scrivere questo blog. Ho usato questo spazio per riflettere una parte di me e del mio essere mamma: inevitabilmente solo una parte, perché il linguaggio scritto trasmesso attraverso il web è un linguaggio in cui ciascuno sceglie di descrivere una parte di sé, tralasciando spesso tutte le altre.

Alle mie esperienze di mamma si è aggiunta la mappa del parto a casa: un progetto in corso che mi ha fatto conoscere, seppur virtualmente, tante ostetriche che lavorano in tutta Italia e con le quali ho sentito spesso di condividere un percorso.

Durante questo anno il blog ha ricevuto molte visite, e questo mi ha fatto grandissimo piacere.

Per festeggiare insieme questo anno di blog, vorrei regalare una mia foto a chi passa di qui. Mi piacerebbe conoscere chi c'è dall'altra parte dello schermo: se ti va, lascia un commento a questo post, spedirò a casa tua una mia fotografia in formato cartolina!

Buon weekend a tutti!

giovedì 11 aprile 2013

Il valore politico di una scelta


Perché partorire a casa oggi? 

La risposta di una donna, mamma di due bambine nate a casa. Condivido pienamente le sue parole e ringrazio le ostetriche della Casa Maternità Il Nido di Bologna per aver condiviso con me, e con voi, la lettera che pubblico di seguito.

Buongiorno, 
sono qui come campione di genere umano, sesso femmina, genitore di due figlie nate, per fortuna, senza particolari patimenti.  
Per fortuna, in parte per fortuna in parte per scelta.  
Per fortuna perché sicuramente ci sono cose che non possiamo sapere né governare e per quelle poco possiamo fare... 
Per scelta perché credo che ci si possa aiutare molto, credo che ogni donna abbia il diritto di scegliere come partorire a che la struttura sanitaria dovrebbe aiutarla in questo, cosa che purtroppo accade molto di rado, per lo meno a Modena dove è la mia esperienza.  
Credo che la scelta di come gestire il dolore per una donna dovrebbe essere cosciente e, in corsi pre-parto in cui si parla solo dell'elenco dei materiali da portare in ospedale e il rilassamento è un'ostetrica che legge con tono annoiato una approssimativa lezione lezione di “rilassamento per gestanti”, non ci si prepari granché a quello che sarà.  
Questo lungo preambolo per dire che credo che il più efficace mezzo per gestire il dolore del travaglio e del parto sia un magistrale connubio di coscienza e fiducia in chi ti assiste. 
La maggior parte del dolore è paura, paura delle ossa che si spostano, del dolore non si sa dove possa arrivare, paura di non avere controllo, di non sapere.  


Non credo che il mio primo parto si sarebbe potuto concludere fisiologicamente se al posto del mio compagno, il mio letto, la mia vasca da bagno, il mio water, il mio vaso di miele e quello di nutella e soprattutto al posto delle persone che io avevo scelto per me, delle persone di cui mi fidavo, che mi conoscevano, sapevano muoversi come gatti nella mia casa, invisibili e sempre presenti capaci di sapere sempre cosa dirmi, come mettermi come aiutarmi. Ecco, se al posto loro ci fosse stato un gruppo di specializzandi tipo Grey's Anatomy che mi guardavano sotto la coda con interesse scientifico, un cambio di turno di ostetriche o anche due e tutte le volte a dire “buon giorno- buonasera- come si chiama- a che punto siamo- ma sì diamoci del tu” e invece che pensare a me stessa mi tocca di ricordare come si chiama l'ostetrica.  
Non credo che sarei riuscita a trovare il coraggio per farcela.   
Stessa cosa il secondo, completamente diverso: forse avrei vinto una episiotomia al punto croce. 
Come dire, se devo passare una gran brutta nottata, visto che di quello si tratta, posso al meno passarla come mi pare? Non dovermi preoccupare di dove sono, di quella cosa che sicuramente ho dimenticato a casa.  
Posso rifugiarmi nella mia tana, dove sono al sicuro? Dove il mio uomo mi ama e mi può aiutare? Dove le ostetriche possono aspettare tutto il tempo di cui ho bisogno e indovinare chi sono dai mie libri e dai miei quadri e sapere come assistermi. 

Assistere è diverso da guarire o curare un male, assistere è avere cura.  
Come posso essere sicura e fidarmi di estranei e non chiudermi come un ostrica che se poi mi chiudo da sotto tocca di aprirmi con l'apriscatole se già al consultorio devo controllare con 100 occhi che la mia gravidanza sia seguita come la MIA gravidanza e non “secondo la prassi”? 

Questa non è una critica alle ostetriche che lavorano in ospedale o in consultorio che spesso lavorano con orari stremanti, in condizioni faticose e loro per prime non possono agire al meglio se hanno a che fare con cartelle prima che con donne.  
Non voglio prendere la bandiera eco-qualcosa-new age, non voglio dire che ci sia bisogno di schiattare a tutti i costi o cose poetiche tipo che il dolore del parto è estatico. 
Credo siano ampie corbellerie, credo solo che si potrebbero evitare sofferenze aggiuntive per le donne e per i nascenti, rischi di vario tipo e genere, spese ingenti da parte del servizio sanitario assistendo le donne come persone e non come pazienti.  
Se tutte quelle di noi che hanno una gravidanza fisiologica e una abitazione che lo permette (tipo col riscaldamento, l'elettricità e l'acqua potabile) fossero assistite a casa propria, o in casa maternità che comunque è una struttura molto agile, allora negli ospedali ci sarebbero le risorse umane ed economiche per gestire immediatamente le urgenze, ci sarebbero gli anestesisti pronti, riserve di epidurale per parti problematici e sale parto libere per cesarei d'urgenza. 


Se tutte fossimo assistite nella nostra tana, da persone che ci conoscono, con cui ci siamo reciprocamente scelti avremmo meno bisogno di cancellare il dolore, il dolore c'è, esiste, può essere gestibile. 
Non da soli.  
Non tra estranei.  
Non con le pareti verdi, la luce al neon, le viste tipo ronda.  
Non con la puntura della salvezza. 
Se Vianella ed Annalisa non mi avessero insegnato a non avere paura sarei sicuramente una madre diversa, in tutto una persona diversa.

Casa Maternità Il Nido
Via delle Borre, 9 40131, Bologna
051.6350911

In tanti anni di assistenza alle mamme e ai bambini, abbiamo avuto il privilegio di osservare ed ascoltare la fisiologia grazie al desiderio di molte donne di accogliere i loro cuccioli nella loro casa. Un ambiente sano che parla di loro. Seguendo le donne da più di vent'anni nella continuità dell'assistenza, abbiamo potuto conoscerle, abbiamo potuto osservarne i cambiamenti dovuti ai grandi mutamenti sociali che le/ci hanno riguardato. Nonostante questo è certo che i bisogni delle donne nel dare alla luce i propri bambini, da qualunque latitudine esse arrivino, con qualunque appartenenza esse si identifichino, sono quelli legati ai loro cicli vitali, al loro desiderio ancestrale di contenimento e di partorire in un ambiente protetto e pieno d'amore.

Le ostetriche Monica Padovani, Annalisa Pini, Vianella Gnan, Elisa Serenari 


giovedì 4 aprile 2013

L'arte del maternage di mia nonna


Confrontando la mia esperienza di maternità con quella di mia nonna, ho trovato moltissimi aspetti comuni, come a dire che c'è stata una sola generazione di mezzo che ha in qualche modo negato quelle pratiche naturali e 'maternali', che si tramandano da generazioni di donne. 

Mia nonna, come me, è stata accompagnata da un'ostetrica prima, durante e dopo il parto;
Mia nonna, come me, ha partorito tra le mura di casa sua (2 figlie su 3); 
Mia nonna, come me, ha dormito a lungo con le sue figlie, allattandole a letto; 
Mia nonna, come me, ha allattato a lungo;
Mia nonna, come me, usava i pannolini lavabili;
Mia nonna, come me, ha svezzato le sue bambine naturalmente, offrendo il cibo in modo complementare al proprio latte e offrendo il cibo della famiglia e non quello specifico per neonati;
Mia nonna non ha portato con la fascia, ai suoi tempi la fascia porta bebè non esisteva: le donne della mia valle usavano il gerlo, nel quale mettevano i piccoli per trasportarli quando andavano a lavorare nei campi o quando si spostavano per tragitti lunghi.

Bello no? 

Scoprire che tante parole come maternage, accudimento ad alto contatto, svezzamento naturale, co-sleeping non sono solo etichette contemporanee e un po' di moda, ma pratiche millenarie facilmente rintracciabili nei nostri album di famiglia.


venerdì 29 marzo 2013


{this moment}

. . . . . . . . . . 

{this moment} - A Friday ritual. A single photo - no words - capturing a moment from the week. A simple, special, extraordinary moment. A moment I want to pause, savor and remember.


If you're inspired to do the same, leave a link to your 'moment' in the comments for all to find and see.
 . . . . . . . . . .



da un'idea di SouleMama


mercoledì 27 marzo 2013

La nostra esperienza con i pannolini lavabili: i tessuti



Avendo scelto di utilizzare i pannolini a taglie, come ho spiegato qui, verso i 9 mesi di Emma abbiamo dovuto fare un secondo ordine con le taglie M-L (a seconda della marca). Oltre ai pannolini Real Easy, con i quali già ci eravamo trovati bene, ho acquistato alcuni Itti Bitti D'lish, che ci sono piaciuti tantissimo. Si tratta di pannolini ibridi, composti da tre pezzi (mutanda impermeabile+2 inserti assorbenti) che si uniscono con bottoncini. A contatto con la pelle c'è un inserto a clessidra di cotone e bamboo con la strato superiore di microsuede, sotto c'è un altro inserto assorbente piegato i 3 in tessuto di cotone e bamboo. Li ho travati comodissimi da usare, di buona vestibilità (vestono piccolo), oltre al fatto che asciugano velocemente.

I pannolini che abbiamo scelto di utilizzare non sono completamente in tessuto naturale. I tessuti naturali, come cotone e bamboo, per quanto riguarda la mia esperienza, rimangono bagnati. Necessitano quindi di essere cambiati molto spesso, un'ora e mezza al massimo, sennò la pelle rimane a macerare nell'umido. Usando i lavabili è comunque importante cambiare il pannolino più frequentemente che con gli usa e getta, io cambio Emma ogni tre ore circa.


I tessuti sintetici, come micropile e microsuede, drenano la pipì che viene assorbita dall'inserto sotto. Per questo preferisco utilizzare un pannolino che abbia un tessuto sintetico a contatto con la pelle, morbido e drenante e che abbia sotto un inserto in tessuto naturale che ha un assorbenza impareggiabile. Cotone, bamboo e canapa sono perfetti. 

Concludendo, il nostro secondo set di lavabili è composto da 7 Real Easy taglia M, 7 Itti Bitti d'lish taglia L, 3 Itti Bitti d'lish taglia M. Per questa estate credo che gli Itti Bitti d'lish taglia M saranno da archiviare. Acquisterò sicuramente i prefold coop da mettere con una mutanda leggera. Ma di questo parleremo più avanti, quando finalmente arriverà il caldo...


Precisazione sul prezzo: ho pagato gli Itti Bitti 11 euro l'uno, acquistandoli su e-bay, ma li ho visti anche a 23 euro l'uno... mind the price ;)


giovedì 21 marzo 2013

Il corpo della donna incinta


In contesto biomedico il corpo della donna incinta è sempre più un corpo sottoposto allo sguardo pubblico. La dimensione privata della gravidanza, ad esempio la sensazione dei primi movimenti del bambino oppure la percezione della vita che si forma dentro di sé, è stata sostituita da una dimensione pubblica, in cui bisogna essere 'dichiarate' incinta e in cui la prova della gravidanza non è più nell'intimità del rapporto tra madre e figlio, ma nell'esecuzione di un test chimico. 

La medicalizzazione del parto ha reso meno importante, sia nella madre, sia nel personale sanitario, l'esperienza sensoriale che avviene all'interno del corpo femminile, a vantaggio di ciò che è visibile, magari attraverso un'ecografia. Viene a mancare la percezione tattile della gravidanza, a vantaggio di quella ottica. Viviamo con "l'ossessione razionalistica della visibilità" convinti che il corpo è ciò che può essere visto e osservato. 

fonti 
Barbara Duden, 1994, Il corpo della donna come luogo pubblico. Sull'abuso del concetto di vita, Torino, Bollati Boringhieri



venerdì 15 marzo 2013

{this moment}

. . . . . . . . . . 

{this moment} - A Friday ritual. A single photo - no words - capturing a moment from the week. A simple, special, extraordinary moment. A moment I want to pause, savor and remember.


If you're inspired to do the same, leave a link to your 'moment' in the comments for all to find and see.
 . . . . . . . . . .


da un'idea di SouleMama


martedì 12 marzo 2013

Partorire a casa in Friuli Venezia Giulia


Perché partorire a casa oggi?

La risposta dell'ostetrica Caterina di Cosimo, che assiste parti a domicilio in Friuli Venezia Giulia e in parte del Veneto e della Slovenia.

Per partorire bene bisogna che si producano senza inibizioni tanti ormoni, gli stessi che produciamo facendo l'amore e con gli stessi meccanismi. Essendo difficile che una donna riesca a fare l'amore con il suo compagno, raggiungendo l'orgasmo, davanti a persone estranee e in un ambiente estraneo, ritengo che sia molto difficile partorire in ospedale con ostetriche e medici mai visti. 
Aggiungo ancora che partorire a casa significa accogliere il bambino nell'intimità del proprio ambiente affettivo avendo vicino un'ostetrica che assiste  tutta la famiglia e la accompagna nel delicato periodo del post parto.

Caterina di Cosimo
San Dorligo della Valle, Trieste
346 5021726
c.dicosimo@gmail.com 
http://www.ostetricasecondonatura.eu/index.html

sabato 9 marzo 2013

Conservare il vecchio per far posto al nuovo

Giornate lunghissime di pioggia. Nervosismo da compressione domestica, si smorza solo se prendi una boccata d'aria, un po' di freddo, le mani nella terra.



Marzo è tempo di preparare, la primavera è alle porte, c'è un sacco di lavoro da fare, la terra è da girare.  

Da rivoltare tutte le pigrizie.


Marzo è anche il tempo di conservare, perché la primavera è la stagione più magra, mica l'inverno.

E' ora di fare ordine, conservare il vecchio per far posto al nuovo.


Gelatina di mele

tantissime mele
acqua a coprirle
zucchero 500 g su un chilo di succo
succo di un limone

Tagliare a pezzi le mele, con la buccia e il torsolo. Mettere in una grande pentola, io ho usato quella per sterilizzare la conserva, e coprire a filo di acqua. Far cuocere finché si spappola. Mettere in un canovaccio, appenderlo e lasciar gocciolare un giorno almeno. Strizzare bene il canovaccio raccogliendo tutto il succo. Pesare il succo e aggiungere lo zucchero. Cuocere a fiamma viva finché la gelatina è pronta. La giusta cottura è difficile da raggiungere: se la si cuoce troppo, raffreddando, diventa molto dura, ma se non la si cuoce abbastanza, rimane liquida. 


lunedì 4 marzo 2013

Il capolinea del semolino felice e l'era del finger food


E' arrivato già da un po' di tempo il capolinea del semolino, pappa preferita da Emma in questi mesi, declinato con vari ingredienti e appropriate varianti. Questa nuova fase è un misto di piacere per tutti gusti e le consistenze e volontà di mangiare da sola e sperimentare con posate e mani. Il tutto unito ad una generale diminuzione dell'appetito, cosa normale nel secondo anno di vita, stando a quanto ho letto da più fonti. 

Spesso, anche se non sempre, cucino per tutti le stesse pietanze. Emma ama fare da sé. Con un cucchiaino in mano sperimenta, lo mette nel piatto, mentre con l'altra mangia.
Ecco, io sono convinta che sia importante lasciar fare, ma allo stesso tempo c'è una sottile linea di separazione tra la sperimentazione dell'indipendenza e l'apprendimento e il pastrocchio totale. Credo che il caotico giocare con i cibi non serva a niente e anzi confonda. 


E allora sto pensando a quali pietanze cucinare che si possano mangiare con le mani e che siano facili da manipolare. Polpettine, piselli, ceci, pezzetti di verdura in generale, pasta, crocchette di riso, falafel,  pezzettini di grana . . .

Avete qualche idea da suggerire?      
                          


mercoledì 27 febbraio 2013

Il Giardino della Salute a Perugia


Perché partorire a casa oggi?

Il parto a domicilio è un'esperienza unica. 
Laddove ci sono le condizioni di fisiologia e la coppia lo desidera, è  un evento che porta con sé rispetto, salute per la mamma, la creatura e il papà, riconoscimento della sacralità di questo evento e restituzione dello stesso al suo ambiente sociale e comunitario. 
E per l'ostetrica che sceglie di svolgere il suo lavoro accanto a queste famiglie è sicuramente un modo di lavorare in sintonia con il proprio sentire.

Il Giardino della Salute
Vocabolo Barcaccia, 5
Valfabbrica, Perugia
Tel. 338 6243351   3470707296   3471772429
ilgiardinodellasalute@yahoo.it

L'associazione il Giardino della Salute nasce con l'intento di promuovere un concetto di salute che tenga conto della complessità e unicità delle persone e che le aiuti ad essere soggetti protagonisti del proprio ben-essere nel mondo. Alcune di noi sono ostetriche,  altre sono mamme che hanno fatto la scelta di partorire a casa, altre invece lo hanno fatto in ospedale.
Alcune di noi sono state promotrici di una delle due proposte di legge (non ancora approvate) sul rimborso del parto extraospedaliero in Umbria.


lunedì 25 febbraio 2013

alla finestra


A few light taps upon the pane made him turn to the window. It had begun to snow again. He watched sleepily the flakes, silver and dark, falling obliquely against the lamplight. The time had come for him to set out on his journey westward.

Yes, the newspapers were right: snow was general all over Ireland. It was falling on every part of the dark central plain, on the treeless hills, falling softly upon the Bog of Allen and, farther westward, softly falling into the dark mutinous Shannon waves. It was falling, too, upon every part of the lonely churchyard on the hill where Michael Furey lay buried. It lay thickly drifted on the crooked crosses and headstones, on the spears of the little gate, on the barren thorns.

His soul swooned slowly as he heard the snow falling faintly through the universe and faintly falling, like the descent of their last end, upon all the living and the dead.

James Joyce, Dubliners, London, Penguin, 2000:225


giovedì 14 febbraio 2013

I Melagrani a San Giminiano


Perché partorire a casa oggi?

Perché la gravidanza e il parto non sono malattie, ma anzi manifestazioni della salute e della forza delle donne.
Siamo un gruppo di professionisti/e convinti che oggi la nascita sia profondamente malata , che vi sia un eccesso di medicalizzazione, che il parto normale senza interferenze sia diventato una rarità, e che questo abbia un impatto negativo sulla vita dei genitori e dei piccoli che nascono. 
Le donne dovrebbero riacquistare fiducia nella loro potenza generatrice., cercare di mettere il loro corpo nelle condizioni di dare il meglio di sé e fare delle scelte più consapevoli per un momento così importante della vita.  
L'ospedale non è sempre il posto più giusto per far nascere un figlio , e molte donne dovrebbero considerare l'ipotesi di farlo da protagoniste nella propria casa , assistite da professionisti sensibili che credano niella capacità naturali del loro corpo . Gli studi scientifici confermano che il proprio domicilio è per la donna un luogo sicuro per partorire.
In assenza di situazioni di patologia, le ostetriche sono le figure più adatte ad accompagnare in continuità la donna nella gravidanza, nel parto e in puerperio .
Come associazione aiutiamo  le coppie che desiderano avere una nascita dolce e indisturbata sia in casa che in ospedale.

Associazione I Melagrani, San Gimignano
Lavoriamo nel territorio di Siena e provincia e zone limitrofe

Dott.ssa Barbara Grandi    
335 7077886     grandi.bar@gmail.com
Ostetrica Alice Petrini        
339 4675911     nascitaconsapevole@hotmail.it
Ostetrica Beatrice Pallari    
349 6841282     beatricepallari@gmail.com
Ostetrica Graziella Noni      
340 3881288     g.noni@email.it
Ostetrica Silvia Chiaramonti
339 8582796     silviac82@yahoo.it

mercoledì 13 febbraio 2013

La nostra esperienza con i pannolini lavabili: parte seconda


Una premessa: non parlo della nostra esperienza con i pannolini lavabili per autocelebrare la nostra scelta, ma per offrire un'esperienza di orientamento e di confronto a chi desidera avvicinarsi al mondo dei lavabili e non sa da che parte iniziare. Per me è stato così. L'esperienza di tante mamme in rete mi è stata di grande aiuto quando mi sono affacciata al mondo dei pannolini lavabili e ora che li uso con soddisfazione, vorrei fare lo stesso. 

Nella prima parte di questo resoconto ho parlato dei primi lavabili che abbiamo provato e utilizzato. Dopo il primo ordine di pannolini, che ci hanno regalato i nostri amici, il nostro corredo corrispondeva a: 8 Real Easy AllInOne, 2 Pocket, 6 Prefold Coop. Siamo così finalmente passati da un uso part time a un uso full time e ho finalmente smesso di lavare i pannolini a mano, perché fino ad allora, avendone troppo pochi, non mi osavo a fare una lavatrice. 

Dopo un mese circa di utilizzo ci siamo resi conto che per avere un buon giro e non dover fare continuamente la lavatrice, ci servivano almeno altri 4 pannolini. Abbiamo pensato di comprare dei Pocket, veloci nell'asciugatura e versatili nell'essere 'farciti' a seconda dell'occorrenza. Abbiamo scelto i Thirsties Duo Diaper, che ci sono piaciuti molto nel doppio inserto canapa+micorfibra. Alla fine il nostro corredo taglia S completo è composto da: 8 Real Easy AllInOne, 6 Pocket, 6 Prefold Coop.
Con 20 pannolini ci siamo trovati comodi nel lavaggio e nell'asciugatura. La diversificazione dei modelli è utile, secondo me, per ottimizzare l'uso a seconda del bisogno e per l'eventuale problema dell'asciugatura. 

Questa è stata la nostra scelta, ne siamo stati soddisfatti e ora possiamo confermare che non esiste il pannolino perfetto, ma che ognuno deve trovare la propria formula. Nella scelta dei pannolini taglia M, infatti,  ci siamo orientati diversamente.

. . . continua . . .

lunedì 11 febbraio 2013

La Maternità a Torino


Perché partorire a casa oggi?

La risposta dell'ostetrica Marina Lisa socia fondatrice dell'associazione La Maternità, che da anni si impegna per migliorare l’assistenza al percorso nascita.

Innanzitutto perché è di nuovo possibile, anche se in alcune regioni italiane può essere più difficile trovare le ostetriche organizzate in servizi. 
Poi perché è sicuro…..per la mamma, per il bambino, per l’ostetrica. La sicurezza è il risultato di una giusta commistione tra capacità innate di mamma e bambino di riprodursi e nascere, e capacità dell’ostetrica di favorire al meglio l’espressione di queste capacità innate. Non che un’ostetrica che assiste in ospedale non possa farlo, ma è più complicato. Perché assiste mamme, bambini, coppie che non conosce, di cui non ha seguito la gravidanza e che non rivedrà più dopo la nascita.  
La scelta a volte non è su di una strada diritta, pianeggiante e limpida. Assisto parti a domicilio da 20 anni ed ogni parto è innanzitutto un incontro, con una mamma, una coppia, un feto prima ed un neonato poi. Ogni volta la strada da percorrere è diversa; l’attesa, l’accoglienza, l’ascolto, l’osservazione sono i miei strumenti più preziosi.  
Perché scegliere il parto a domicilio oggi: dal mio punto di vista perché credo sia il modo migliore per mamma, papà e bambino per incontrarsi sulla stessa strada e continuare a percorrerla assieme con quello che arriva senza interruzioni ed intrusioni.

Associazione La Maternità
Via Vincenzo Gioberti 71 – Torino
011 5807409     338 5301442


venerdì 8 febbraio 2013

Ancora sull'allattamento


Commentando questo post di Kosenrufu Mama, ho fatto alcune riflessioni sull'allattamento che vorrei condividere. Si parlava di smettere di allattare. Si parlava di indipendenza. 

Emma ha ormai 11 mesi, continuo ad allattarla a richiesta, anche se le poppate si sono molto ridotte. Mangia di gusto a pranzo e cena, è sempre molto interessata al cibo che c'è in tavola e assaggia tutto volentieri. Un  bambino di un anno conosce perfettamente la differenza tra cibo e latte di mamma. Sono per lui due cose totalmente diverse, e non penso che i nostri piccoli cerchino ancora il seno per riempirsi la pancia. 

Il latte e l'allattare sono un legame, una relazione intimissima, una fase della vita di mamma e bambino.

Fatico a capire il perché di una scelta netta che interrompe. Non credo che eliminando le poppate un bambino mangi di più. O diventi più indipendente. Non credo a chi dice "Lo faccio per lui, per la sua autonomia". 

Io credo che l'indipendenza vada acquisita e non imposta. Come camminare, o parlare o altre tappe della vita di un bambino: quando un piccolo è pronto, cammina, parla... Così mi figuro anche la fine del nostro allattamento. 

Ma l'allattamento è una relazione a due e se uno dei due soggetti non ne trae più beneficio, è scontento o stanco, è fondamentale per entrambi che si comporti seguendo il proprio istinto. 

Questa è la nostra esperienza, ma ogni mamma e ogni bambino sono diversissimi e unici. 


martedì 5 febbraio 2013

Il ritmo in ogni cosa


Emma sente il ritmo in ogni cosa. E balla.

Balla quando mi lavo i denti, balla quando sente la lavatrice che va, balla quando sente i rumori del vento, balla quando Jacopo suona la chitarra, balla quando uso il frullatore a immersione, balla quando sente l'acqua che scorre, balla quando suona il djembe, ma questo è facile, e quanto le piace. Sente il ritmo di ogni oggetto, sente il ritmo di ogni azione e mi emoziona. 

Credo che questa sensibilità sia propria di ogni bambino, ma a me piace pensare che lei abbia un grande senso musicale, un innato senso del ritmo che si svela nell'ascolto attento di ogni rumore.


venerdì 1 febbraio 2013

Franca Fronte a Piossasco


Le parole di oggi sono di Franca Fronte, ostetrica e autrice di un blog ricchissimo di riflessioni e informazioni Intorno alla Nascita

Riflettere su come facciamo nascere i nostri figli non smette di essere necessario. Nella pratica, il cambiamento culturale indispensabile a trasformare il modo di intendere l’assistenza alla nascita fatica a progredire, evolvere e radicarsi nella mentalità degli operatori sanitari, ma spesso anche nelle persone direttamente interessate all’arrivo di un bambino. La circolazione di idee, informazioni e dati che provengono dalla ricerca scientifica può veicolare strumenti di conoscenza e competenze per assumere decisioni informate e consapevoli.

Perché partorire a casa oggi?

Questa è la mia risposta personale, dopo il parto delle mie due figlie: perché poter disporre della propria intimità fisica ed emotiva non solo rappresenta la migliore protezione nei confronti dell'evento, ma permette di vivere tutta l'intensità dell'esperienza, attimo per attimo, e di conservarla e richiamarla alla mente nel tempo, accrescendone il valore!

Franca Fronte
Via Fontanesi 17, 10045 – Piossasco (TO)
011 9068586    335 8085771


giovedì 31 gennaio 2013

Liberiamo una ricetta: grezzi di farro e arancia


La ricetta che libero è una creazione estemporanea dall'ottimo risultato. La libero pensando che quando sei allineato con te stesso, le cose funzionano, sempre. Vorrei solo saperlo fare più spesso.

Grezzi di farro e arancia

300 g farina bianca 0
200 g farina di farro semi integrale
130 g di burro
200 g zucchero di canna grezzo
2 uova
scorza di un'arancia
1 pizzico di sale
1 bustina di lievito

Miscelare le farine con il lievito, disporle a fontana sul banco, aggiungere al centro lo zucchero, la scorza e il burro e lavorarli. Aggiungere le uova e incorporare la farina, lavorando la pasta fino a che è compatta. Se risulta troppo dura, a causa della dose ridotta di burro, ammorbidirla con il succo dell'arancia. Stendere una parte di impasto, con uno spessore di 5 mm e tagliare con un coppapasta tondo. Infornare 10-15 minuti a 180°.

Le storie sono per chi le ascolta, le ricette per chi le mangia. Questa ricetta la regalo a chi legge. Non è di mia proprietà, è solo parte della mia quotidianità: per questo la lascio liberamente andare per il web. Questo post sostiene il Centro Astalli e aderisce all'iniziativa Liberiamo una ricetta 2013.

martedì 29 gennaio 2013

Verso l'indipendenza


Sono tante le situazioni in cui Emma dimostra di aver iniziato il suo personale percorso verso l'indipendenza, ma quello che è successo questa notte mi ha fatto riflettere. 

Per la prima volta, dopo un  lamentoso risveglio notturno, ha voluto riaddormentarsi nel suo lettino, non nel nostro. Si è lamentata un po' di volte, e io, stanca e assonnata, l'ho presa e messa nel lettone... ma lei, pazientemente è ritornata nel suo lettino a lamentarsi, come a dire "Mamma, è qui che voglio stare, consolami e aiutami a dormire, ma qui!" 

Quante volte facciamo delle scelte che sono di nostro comodo, ma le mascheriamo come fondamentali per il benessere dei nostri figli? Certo è più comodo gestire i risvegli di mia figlia nel mio letto, nel dormiveglia e sotto le coperte, ma forse le sue esigenze sono altre.

Si tratta spesso di sottili equilibri, ma a volte tendiamo a sovrapporre esigenze e bisogni propri con quelli dei nostri figli.

Capita anche a voi? Qual è la vostra esperienza?


lunedì 28 gennaio 2013

Perché uso la fascia porta bebè


Be' direi che le foto parlano da sole!
Era la prima volta che capitava, abitualmente non passo l'aspirapolvere mentre allatto, ma quasi sempre passo l'aspirapolvere con Emma nella fascia.  E' stato davvero uno spasso constatare come Emma ormai sia indipendente nel servirsi da sola quando ha fame/sete!
Buona settimana a tutti!

venerdì 25 gennaio 2013

Ostetrica Federica Ferrero - Cuneo



Partorire a casa oggi è… Nascere! Nascere con fiducia e abbandono completo ai propri sentimenti.

Partorire a casa oggi è… Accogliere! Accogliere una nuova vita con rispetto e calore.

Partorire a casa oggi è… Aspettare! Aspettare nella propria intimità con sicurezza ed emozione.

Partorire a casa oggi è… Complicità! Una complicità ricca di amore, di affetto e di colore.

Partorire a casa oggi è… Protezione! Ogni singolo angolo, mobile, tappeto della casa trasmette protezione.

Entrare in punta dei piedi nella casa che sta per accogliere ed assistere un evento unico e indimenticabile, aspettare con ansia ed emozione la nuova vita, che ha scelto quel momento, quel giorno e quell’ora per donarsi al mondo.
Entrare a far parte di quell’angolo di luce, avere l’onore di essere stata scelta per tutto il percorso e per accogliere nelle proprie mani questa creatura, piccola, calda e teneramente pura.

Partorire a casa oggi è una scelta che sicuramente cambia e migliora la vita di tutti, perché è in quel momento, quando tutto sembra finire, che la potenza della natura ti invita ad un nuovo inizio.

Da ostetrica che assiste parti a casa dico una sola parola, partorire a casa oggi è un REGALO che spero di poter fare anch’io un giorno che diventerò mamma!

Ostetrica Federica Ferrero
Via Cadorna 19, Busca – Cuneo
Tel. 3403945426

Mi chiamo Federica e sono un’Ostetrica Libera Professionista .
Mi occupo in piena autonomia e responsabilità del Benessere Fisico e Psichico della donna-coppia-famiglia in tutto il loro percorso evolutivo ( nascita, infanzia, maturità, gravidanza, menopausa, terza età).
Seguo le gravidanze dal concepimento al parto e post-parto, assisto parti a domicilio in tutta la provincia di Cuneo e Torino, assisto travagli in casa e successivo accompagnamento in ospedale.  Assisto nella dimissione precoce dall’ospedale con sostegno professionale a domicilio per il periodo del puerperio. Sostengo l’allattamento al seno.
Svolgo corsi di acquaticità in gravidanza, svolgo corsi di accompagnamento alla nascita di coppia e di svezzamento naturale del bambino.
Eseguo consulenze pre-concezionali e contraccettive alle donne di ogni età.
Tengo corsi relativi alla Menopausa, consulenze private sulla riabilitazione del Perineo e corsi di gruppo dedicati alle conoscenza e rivitalizzazione del Pavimento Pelvico.


giovedì 24 gennaio 2013

Leggere per


... non è mai troppo presto per imparare a leggere...


Leggere per – Un’iniziativa Equazioni.org per trasmettere e diffondere l’amore e l’importanza della lettura


lunedì 21 gennaio 2013

Il consenso informato


Il consenso informato è l'espressione della volontà del paziente che, adeguatamente informato sulla sua condizione e sul trattamento a cui verrà sottoposto, autorizza gli operatori sanitari ad effettuare il processo diagnostico e/o terapeutico previsto. Ispirato ai concetti di autodeterminazione decisionale e autonomia del malato, il consenso informato è richiesto dal momento che l'atto medico non può compiersi senza una relazione diretta, personale e costante fra curante e malato.

Tra le informazioni che deve contenere vi sono: gli obiettivi della cura proposta dal medico, se il trattamento richiederà l'uso di un farmaco già in commercio oppure ancora in fase di sperimentazione, quali procedure sperimentali verranno impiegate e se ciò comporterà rischi o disagi. (fonte Osservatorio Sanità)

Quante donne sono informate sul fatto che la somministrazione di ossitocina sintetica, fatta spesso di routine per accelerare il travaglio, interferisce con il normale rilascio di ossitocina naturale e quindi disturba l'avvio dell'allattamento e dell'attaccamento?

Quante donne sono informate sul fatto che travagliare in una sala, insieme ad altre donne, con l'andirivieni di medici e operatori, renderà il proprio travaglio più lungo?

Quante donne sono informate sul fatto che il taglio immediato del cordone ombelicale priva il neonato di un sangue ricchissimo di cellule staminali, ossigeno, ferro, globuli rossi e ormoni materni, fondamentali per il primo attacco al seno?

Quante donne sono informate sul fatto che l'episiotomia praticata spesso per facilitare la fase espulsiva, è una ferita che potrebbe essere evitata nella maggioranza dei casi?

Quante donne sono informate sul fatto che  il taglio cesareo è un intervento chirurgico e solo in caso di appropriata indicazione medica è in grado di garantire benefici superiori ai rischi che inevitabilmente comporta?

Quante donne sono informate sul fatto che il parto vaginale dopo taglio cesareo è una scelta ragionevole per la maggior parte delle donne sottoposte in precedenza a taglio cesareo, soprattutto in considerazione dei gravi danni causati dai tagli cesarei multipli?

Quante donne sono informate sul fatto che . . . 

Qual è la vostra esperienza?

Come donne e come mamme, c'è stato qualcosa che avreste voluto sapere prima? O che sapevate e vi ha  ha permesso di vivere pienamente la vostra esperienza?

Come papà, cosa vi è mancato sapere?

Come operatrici, cosa ritenete fondamentale che ogni donna e ogni coppia sappia?


sabato 19 gennaio 2013

Di sabato marmellata


Adoro la marmellata di arance. Sul pane alla mattina oppure con i formaggi tipo robiola o stracchino.

La mia ricetta è

1 kg di arance Navel con la buccia grossa
500 g zucchero

Faccio bollire le arance intere, le buco con uno spiedino e le lascio 24 ore in ammollo cambiando l'acqua qualche volta.
Taglio le arance a fettine finissime, metto in pentola con lo zucchero, faccio andare a fuoco allegro finché la marmellata è pronta. Le scorze e il succo tendono a rimanere separati, dunque la passo leggermente con il frullatore a immersione, non troppo perché mi piace trovare le scorzette, e invaso.


mercoledì 16 gennaio 2013

Casa Maternità Montallegro - Varese


Scegliere il parto a domicilio, perché?  La risposta dell'ostetrica Marta Campiotti.

Non è una scelta, ma un desiderio.
Non si può decidere, sì o no, ma si può solo desiderare e lasciare aperto a ciò che accade.
Desiderare con il cuore, perché senti che è il modo migliore per avere il coraggio e l'energia di dare alla luce il tuo bambino.
Desiderare con il corpo, perché è una occasione unica per l'essere umano femminile di manifestare la sua potenza e e la sua competenza.
Desiderare con la testa perché tutti gli studi e le ricerche ci dicono che il parto in casa ci dà la stessa sicurezza di un parto in ospedale.
Desiderare con le tue ostetriche : non sei sola, sei accompagnata, sostenuta, protetta da donne che conoscono e rispettano l'intima e sacra energia di ogni nascita.

Casa Maternità Montallegro 
 via G. Comi 57  
I 21056 Induno Olona - Varese
Tel. 0332 202464
Marta Campiotti
348 2252517
martacampiotti@iol.it

Maria Michela Pirali
347 9425061
mariamichela.pirali@hotmail.it

sabato 12 gennaio 2013

L'orto di gennaio

Abbiamo pulito, tagliato rami, tolto piantine secche, sistemato i tutori, raccolto sterpaglie.
Abbiamo zappettato la terra intorno a coste e insalata.
Abbiamo seminato, in serra, valeriana e spinaci. Il raccolto è previsto per marzo.
Abbiamo goduto del tiepido sole di gennaio, finché ci ha colti la nebbia

Buon week end a tutti.



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