Un parto fisiologico non si esaurisce con la semplice espulsione del neonato, ma continua per almeno l’ora successiva alla nascita. E' necessario dunque continuare a rispettare tutte quelle condizioni che, favorendo lo stato di trance, di sonno, di noi madri, aiutino i processi fisiologici indispensabili per preservare quel delicato e complicatissimo meccanismo che è l'interazione madre-bambino.
Subito dopo la nascita si instaura tra madre e bambino un'intensa interazione che è possibile grazie all’eccezionale produzione ormonale che si verifica in quel momento.
In noi donne, subito dopo che abbiamo partorito, si avvia la produzione di vari ormoni quali l’ossitocina, la prolattina, l’adrenalina e le endorfine. L’ossitocina è l’ormone dell’amore e la prolattina quello della maternità, che induce un comportamento materno. Poi ci sono le endorfine, che sono gli ormoni della gioia e l’adrenalina che dà molta energia. La vasopressina, secreta dall’ipofisi, induce un comportamento protettivo ed anche aggressivo, oltre che regolare i processi dei liquidi. La noradrenalina, secreta dal feto, fa sì che quando egli nasce spalanca gli occhi. Noi madri siamo rapite da quello sguardo e l’incontro degli sguardi è una fase importante per l’attaccamento.
Come viene spesso disturbato questo processo? Con l'interventismo, con la medicalizzazione del parto e con l'utilizzo di troppe conoscenze codificate. Per esempio, non c’è una necessità fisiologica di tagliare subito il cordone ombelicale, ma questo avviene quasi sempre. Il taglio del cordone distrae la madre dall’incontro visivo, tattile e olfattivo con il figlio, che fa aumentare in modo fisiologico l’ossitocina per la promozione dell’attaccamento e l’uscita della placenta.
Il momento della nascita è una storia a due. Rispettare i protagonisti di questa storia significa disturbarli il meno possibile in quello che è un processo fisiologico guidato dalla memoria istintiva della nostra specie, guidato dalle risorse arcaiche presenti in ognuna di noi.