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martedì 24 aprile 2012

Libere di partorire


Illustrazione di Giada Florindi

Il mio percorso verso una maggior consapevolezza circa gravidanza fisiologica e parto naturale è iniziato attraverso la lettura del libro di Michel Odent,  Abbracciamolo subito! . Michel Odent, chirurgo, è uno degli iniziatori del movimento per la nascita senza violenza e del parto in acqua, a partire dalla sua lunga esperienza di primario dell'ospedale di Pitheviers in Francia.

Siamo mammifere. Per partorire abbiamo bisogno di intimità, di un luogo appartato, lontano da luci forti, lontano dal branco. Tutti i mammiferi quando devono partorire si allontanano dal branco: se una femmina di qualsiasi specie mammifera non si isola dai suoi simili, non partorisce nella penombra, dove non può essere disturbata, il parto rischia di essere più lungo e pericoloso. 


Illustrazione di Marina Durante


Anche noi donne abbiamo bisogno di intimità per partorire. Il parto è un processo involontario: tutto ciò che possiamo fare è disturbare questo processo il meno possibile. Se saremo libere di abbandonarci all'energia che si sprigiona, avremo un travaglio breve, intenso ed efficace. Quando una donna può partorire liberamente il suo stato di coscienza cambia: Odent spiega che questo avviene in quanto la struttura arcaica del cervello, l'ipotalamo, secerne gli ormoni necessari   per produrre contrazioni uterine efficaci, ma l'attività di questa parte del cervello può essere facilmente bloccata. Tutto quello che inibisce il parto viene da un'altra parte del cervello, la neocorteccia, che presiede alle capacità scientifiche e razionali. La secrezione degli ormoni necessari allo svolgimento del parto si accompagna dunque ad una riduzione di attività corticale: ecco perché ad un certo punto del parto fisiologico la donna altera il suo stato di coscienza e "dà l'impressione di partire per un altro pianeta". 

Non dobbiamo imparare a partorire! Dobbiamo semplicemente essere lasciate libere di partorire, attingendo alla nostra 'memoria di specie', consentendo al nostro corpo di fare ciò che sa perfettamente fare.


martedì 17 aprile 2012

Il parto: un processo involontario


Vedere il parto come un processo involontario che mette in gioco le strutture primitive del cervello, quelle particolarmente sviluppate nei mammiferi, è in contrasto con il luogo comune secondo il quale la donna impara a partorire. Questa interpretazione permette inoltre di capire che non si può aiutare attivamente una donna a partorire. Non si può aiutare un processo involontario. Si può solo cercare di disturbarlo il meno possibile.

Michel Odent, Abbracciamolo subito, Red Edizioni, Milano, 2006:9

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