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martedì 2 ottobre 2012

Io mi svezzo da sola



Ci sono moltissime recensioni sul web dell'illuminante libro del pediatra Lucio Piermarini, Io mi svezzo da solo. In questo libro Piermarini offre a genitori e operatori un messaggio molto semplice: lasciate fare ai bambini, date loro fiducia, tutti imparano a mangiare, tutti. 

Tutti abbiamo imparato a camminare e a parlare, e a nessuno è mai venuto in mente di dire: "hai 9 mesi, da oggi basta gattonare, si cammina!" oppure "hai 15 mesi, da oggi in poi dovrai parlare!", ma semplicemente ognuno di noi, attraverso un processo naturale e personalissimo, ha acquisito gradualmente queste abilità e le ha fatte proprie. 

Ecco la proposta illuminante di Piermarini: lasciare che i bambini siano liberi di sperimentare e di gestire il passaggio dall'alimentazione al seno all'alimentazione libera. Così come abbiamo allattato a richiesta, così offriremo un'alimentazione complementare a richiesta,  dando ai nostri bambini ciò che c'è nel nostro piatto. 

Bella scoperta! Sono certa che per millenni l'uomo abbia 'svezzato' in questo modo i suoi cuccioli. Infatti sono recentissimi l'introduzione e l'abuso degli alimenti speciali per l'infanzia, dalla metà del secolo scorso circa in poi. 
Ma prima come avveniva il passaggio all'alimentazione libera? Sicuramente attraverso piccoli assaggi sempre più consistenti delle pietanze presenti in tavola, in aggiunta ovviamente al seno di mamma. 

Certo offrire ciò che c'è in tavola ci pone una bella responsabilità: è sana ed equilibrata la nostra alimentazione? L'inizio dello svezzamento diventa quindi una buona occasione per rivedere il nostro stile di vita a tavola e nel caso in cui non lo fosse già, per indirizzarci verso un'alimentazione il più naturale, sana ed equilibrata possibile.

Tra la teoria e la pratica di tutti i giorni c'è una certa discrepanza, per cui personalmente sto operando in due modi. Emma è sempre a tavola con noi all'ora dei pasti e quasi sempre assaggia ciò che stiamo mangiando noi, ovviamente schiacciato con la forchetta o ridotto in minuscoli pezzettini. Se invece in tavola c'è qualcosa che proprio non è proponibile, preparo un pasto ad hoc per lei e congelo ciò che avanza in piccole porzioni (bicchierini da liquore) per l'occorrenza. 

Ecco in ordine sparso ciò che Emma ha semplicemente assaggiato o decisamente mangiato fin'ora:
zucchine, carote, riso e pappa di riso (ottenuta facendo cuocere a lungo il riso), zucca, passato di verdura mista, brodo di zuppa di legumi, taralli, piselli, lenticchie, mela, pesca, melone, cetriolo, cipolla, fico, albicocca.

Questo post partecipa al blogstorming.

2 commenti:

  1. anche per noi è stato così! Bello il tuo blog, le foto che fai mi piacciono davvero molto (c'è da dire che il soggetto è splendido!)

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  2. Grazie! in effetti è tutto merito di Emma!
    Sto facendo alcune riflessioni sull'autosvezzamento, che secondo è perfetto come approccio generale al cibo, ma non può essere la modalità esclusiva nell'alimentazione quotidiana.

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Grazie per le tue parole

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