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In un interessante saggio sui Fore della Nuova Guinea, l'antropologo Richard Sorenson descrive come i bambini più piccoli restino in contatto corporeo quasi continuo con la loro madre, i loro familiari o le compagne di lavoro. Il grembo materno è il centro della vita infantile e i piccoli se ne stanno lì a succhiare il latte, a dormire, e a giocare con il loro corpo o con quello della loro nutrice. Essi non vengono messi da parte nemmeno nello svolgimento delle varie attività, come la preparazione del cibo o il trasporto di oggetti .
Restando a stretto e ininterrotto contatto fisico, i bisogni basilari dei piccoli - riposo, nutrimento, stimolazione e sicurezza - vengono prontamente soddisfatti. I bambini hanno una possibilità costante di interscambio tattile, dunque ben prima di poter parlare essi comunicano efficacemente bisogni, desideri e sentimenti alle persone che si occupano di loro tramite il tatto e il movimento fisico.
Questo costante linguaggio del contatto rende facile e immediata la soddisfazione dei loro bisogni. La comunicazione tattile anticipa la capacità di parlare e stabilisce un modello di rapporto umano che è alla base dello stile di vita fore.
Questo modello che Sorenson chiama 'sociosensuale' crea un rapporto molto intimo, dà vita a una sorta di 'sesto senso' che lega le persone. L'economia cooperativa, le relazioni umane di tipo consensuale e non aggressivo, l'ordine sociale egualitario che caratterizzano la società fore emergono dalla condizione iniziale di relazione tattile, in cui i bambini fore sono immersi
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http://www.wwf.org.au/about_us/how_we_work/wwf_policies/child_protection/ |
Un altro fattore essenziale che caratterizza la prima infanzia fore è la totale libertà concessa al bambino di esplorare secondo la sua iniziativa e i suoi interessi. Quando i piccoli cominciano a muoversi essi sono lasciati totalmente liberi di esplorare gli oggetti che li attraggono.
Sviluppandosi senza alcuna interferenza o sorveglianza, questa ricerca esplorativa personale si imbatte liberamente in tutto ciò che sta attorno al bambino, comprese asce coltelli, machete e fuoco. I bambini piccoli esplorano in maniera indipendente senza mai farsi male e anche questa abilità secondo Sorenson deriva dall'ambiente di stretta vicinanza fisica e di interazione tattile.
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http://www.cafescicolorado.org/Tracer.htm |
L'attività esplorativa dei piccoli comprende un frequente ritorno a una delle 'madri', che fungono da base domestica fonte di sicurezza e di incoraggiamento, ma mai di restrizione o di inidirizzamento dell'esplorazione. Questa 'base umama' non è esigente nè restrittiva, cosicchè i bambini non hanno alcun bisogno di scappare, come a volte capita nella nostra società.
L'approccio non autoritario dei Fore all'allevamento dei bambini secondo Sorenson sorregge la loro esistenza pacifica, forgiando una personalità esplorativa e non repressa.
Certo non abitiamo nella foresta della Nuova Guinea, ma credo sia possibile anche per noi ciò che i Fore praticano abitualmente: contatto continuo con i nostri bambini e libertà nella loro espressione e nel rispetto del naturale dispiegarsi della loro iniziativa e indipendenza.
fonte Cooperazione e libertà tra i Fore della Nuova Guinea, Richard Sorenson, in Il buon selvaggio. Educare alla non aggressività, a cura di Ashley Montagu, 1999, Editrice A coop. sezione Elèuthera, Milano
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